Teatro

"Raymonda", la Scala rivive lo sfarzo dei balletti imperiali

"Raymonda", la Scala rivive lo sfarzo dei balletti imperiali

Appuntamento attesissimo quello con Raymonda: il titolo conclusivo della stagione di Balletto 2010/2011, in prima assoluta dall’11 ottobre con repliche fino al 4 novembre.

Grande spettacolo il cui obiettivo principale, visto lo sfarzo dei costumi e delle scene e il numeroso cast di ballerini impiegati per le varie scene, è quello di rievocare i fasti della produzione che andò in scena con successo a San Pietroburgo nel 1898 e che vide, nel ruolo protagonista, Pierina Legnani, prima ballerina del Teatro Mariinskij.

Non a caso i tre atti del balletto offriranno  tutti gli elementi per soddisfare gli appassionati in un susseguirsi di scene e di danze che vedranno impegnato tutto il Corpo di Ballo e una settantina di giovani allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala (dal secondo all’ottavo corso, in danze di carattere e danze classiche, in un impegno che da tempo non vedeva così ampia la compresenza di compagnia e scuola): un lavoro imponente (numerose comparse, oltre cinquecento costumi, quattro cambi di scena), che pochi Teatri hanno la possibilità di realizzare, sia sul piano artistico che tecnico.
Una ricostruzione - che significa soprattutto restituire la composizione del balletto e il suo spirito - che sta suscitando molto interesse tra gli studiosi anche a livello internazionale e proprio per l’importanza dell’operazione verrà ripresa dalle telecamere RAI.

Due gli ospiti invitati, nei ruoli principali: la giovane contessa Raymonda e il cavaliere Jean de Brienne suo promesso sposo saranno interpretati, in alcune recite, da Olesia Novikova (Teatro Mariinskij) e Friedemann Vogel (Stuttgarter Ballet), artisti già apprezzati dal pubblico scaligero nelle passate stagioni. Accanto a Abderahman, il saraceno che insidia la giovane protagonista, la scena sarà popolata da cortigiani, vassalli, gentildonne, trovatori, re, e nella scena della visione, cavalieri, fanciulle del cielo, amorini e folletti.

Dalle notazioni coreografiche, dai bozzetti e documenti originali del 1898, questo balletto prenderà vita alla Scala grazie al lavoro di studio e di recupero di Sergej Vikharev (curatore della ricostruzione coreografica e della messa in scena) e Pavel Gershenzon (ricerche storiche d’archivio e coordinamento), esperti del settore che già al Teatro Mariinskij hanno portato a termine operazioni analoghe con La Bella addormentata, La Bayadère, Il risveglio di Flora e, al Teatro Bol’šoj, Coppélia.

Una leggenda medievale fa da sfondo a una serie interminabile e ricchissima di variazioni classiche, danze esotiche e di carattere, con un finale grandioso, pantomima, lirici passi a due e momenti di grande evidenza per il corpo di ballo.

Contesse, cavalieri e saraceni, corti e castelli; un matrimonio imminente, un pericolo in agguato, la misteriosa visione di un Dama Bianca: È la poesia coreografica, la grandezza di Marius Petipa che si sprigiona in Raymonda, uno degli ultimi grandi titoli del glorioso periodo dei balletti imperiali, sulla partitura di Aleksandr Glazunov, che per la prima volta entra nel repertorio del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.

Nello svolgersi dei tre atti ecco valse provençal, valse fantastique, pas d’action, danza saracena, danza spagnola, danze ungheresi - mazurka, palotas, pas classique hongrois: “proprio questa ricchezza - commenta Makhar Vaziev - fa di Raymonda il titolo perfetto per una compagnia classica; se pensiamo alla struttura, alla costruzione del balletto classico, non possiamo che pensare a Petipa, che sviluppava il suo lavoro creando assieme al compositore: non musica separata dai passi, ma un corpo unico che respira e vive in perfetta armonia tra le parti. Al di là della storia, Raymonda è davvero il trionfo della danza”.

Raymonda Teatro alla Scala, 11, 12, 14, 15, 25, 27 (2 rappr.) 28, 30 ottobre -  4 novembre 2011, Nuova produzione Teatro alla Scala, Coreografia Marius Petipa (1898), Ricostruzione della coreografia e messa in scena, Sergej Vikharev, Musica Aleksandr Glazunov Direttore Michail Jurowski